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venerdì 19 aprile, 2024

IN OSPEDALE GIUNTI IN TRENTANOVE. I PAZIENTI ANCORA RICOVERATI SONO IN MIGLIORAMENTO

Un mazzo di rose e un messaggio con poche ma sentite parole “grazie per l’affetto mostrato, da parte dei ragazzi del botulino”. Lo scrivono i pazienti, ancora ricoverati, nel reparto di medicina della Fondazione Giglio di Cefalù dopo aver consumato lo stesso pasto nella loro mensa aziendale.

Sono rimasti in sedici sui trentanove accettati o transitati dal pronto soccorso dell’ospedale Giglio.

“Sono tutti in progressivo miglioramento – ha detto il responsabile dell’unità operativa di medicina interna Maurizio Renda – con graduale recupero del deficit neurologico derivato dagli effetti della tossina botulinica sul sistema nervoso. Domani ne dimettiamo cinque. Resteranno in osservazione al domicilio – ha aggiunto – e verranno rivalutati periodicamente per seguire l’evoluzione prognostica della patologia”.

“Analogo follow up telefonico – ha sottolineato il responsabile del pronto soccorso Emanuele Sesti – sarà effettuato dal Centro Antiveleni di Pavia con cui ci siamo coordinati per la somministrazione dell’antidoto e la terapia”. L’antidoto è stato messo a disposizione dalle Scorte Nazionali del Ministero della Salute.

Sono stati trasferiti in reparto, invece, due dei quattro pazienti, inviati alla terapia intensiva dell’ospedale Cimino di Termini Imerese. I due pazienti rimasti in tipo sarebbero comunque estubati.

“E’ stata una dura prova – ha detto il presidente della Fondazione Giglio Giovanni Albano – accogliere e dare una risposta sanitaria, quasi in contemporanea, a 39 pazienti arrivati nell’area di emergenza. Mi sento di ringraziare tutti i nostri operatori per la straordinaria abnegazione e passione che quotidianamente ripongono nel loro lavoro”. Analogo apprezzamento è stato espresso dal direttore sanitario Salvatore Vizzi.

I primi referti, giunti dall’Istituto Sanitario di Sanità a cui sono stati inviati i campioni prelevati sui pazienti in pronto soccorso, hanno confermato la diagnosi di avvelenamento da botulino.

70 com/2020

Pubblicato in Comunicati stampa

 

Migliorano le condizioni di sei pazienti sui sette ricoverati nelle terapie intensive della Fondazione Giglio di Cefalù e dell’ospedale Cimino di Termini Imerese per sospetto avvelenamento da botulino. In sei hanno ripreso il respiro spontaneo. Due erano stati intubati. Adesso sono in “fase di svezzamento” e se tutto volverà per il meglio dovrebbero essere trasferiti in reparto. Restano, invece, ancora critiche le condizioni di uno dei sette pazienti ricoverati in terapia intensiva.
Dei setti, tre si trovano al Giglio di Cefalù e quattro sono stati trasferiti, in questi giorni, all’ospedale Cimino di Termini Imerese.

Da mercoledì scorso al Pronto Soccorso del Giglio di Cefalù sono transitati 35 pazienti che avrebbero consumato lo stesso pasto e rappresentato, all’arrivo in ospedale, per lo più sintomi neurologici.

Dodici, di questi pazienti, sono stati dimessi e inviati al domicilio in osservazione. Vengono seguiti in follow up telefonico dal Centro Antiveleni di Pavia.
Nove, invece, sono stati ricoverati in medicina, due in neurologia e quattro sono in osservazione al pronto soccorso. Uno dei pazienti, inviati a domicilio, è rientrato al Civico di Palermo.

“Tutti, al momento - dice il responsabile del pronto soccorso, Emanuele Sesti - sono stabili anche se questa è una patologia in evoluzione per cui restano sotto stretta osservazione e monitoraggio”.

A diversi pazienti, su indicazione del Cav di Pavia, è stato somministrato, dai sanitari del Giglio, l’antidoto messo a disposizione dalla “Scorta Nazionale Antidoti” del Ministero della Salute.

“Stiamo predisponendo - ha anticipato il direttore sanitario, Salvatore Vizzi - un percorso riabilitativo per quei pazienti che nel post “trauma” presenteranno disturbi neurologici”.

In mattinata sono stati inviati all’Istituto Superiore di Sanità ulteriori 30 campioni prelevati dai pazienti giunti al Giglio per la ricerca della tossina, causa del ricovero, e la conferma della diagnosi.

67 com/2020

 

Pubblicato in Comunicati stampa

 

CEFALU’ 2 OTTOBRE 2020 - Sono sempre cinque i pazienti ricoverati in terapia intensiva per sospetta intossicazione da botulino, mentre, continuano a crescere gli accessi al pronto soccorso della Fondazione Giglio di Cefalù giunti in serata a quota 31.

Pazienti che avrebbero consumato lo stesso pasto e che avrebbero manifestato per lo più sintomi neurologici.

“Stiamo seguendo l’evoluzione della patologia - ha detto il responsabile del Pronto Soccorso della Fondazione Giglio, Emanuele Sesti - in stretto raccordo con il Centro Antiveleni di Pavia con cui abbiamo definito la terapia e la somministrazione dell’antidoto. La situazione resta critica - ha aggiunto Sesti - per alcuni pazienti costantemente monitorati ma in peggioramento”.

Dei trentuno pazienti arrivati sin dalle prime ore dell’alba di mercoledì al Giglio di Cefalù ne sono stati dimessi tredici. Sette, invece sono stati ricoverati in medicina, sette sono rimasti in osservazione al pronto soccorso, uno nel reparto di terapia intensiva del Giglio e 4 nella terapia intensiva del Cimino di Termini Imerese. Un paziente è invece ricoverato al Civico di Palermo.

I pazienti dimessi continuano ad essere seguiti con un follow up telefonico dal Centro Antiveleni di Pavia.

“Coinvolta nella gestione del caso - ha concluso il direttore sanitario, Salvatore Vizzi - l’unità di crisi multidisciplinare del Giglio, già costituta per la gestione Covid19”.

Si attende, infine, per la conferma della diagnosi il riscontro dell’Istituto Superiore di Sanità di Roma a cui sono stati inviati in campioni prelevati dai pazienti giunti in pronto soccorso.

65 vl/com 2020

Pubblicato in Comunicati stampa

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La Fondazione

La Fondazione Istituto San Raffaele G. Giglio di Cefalù, oggi Fondazione Istituto G. Giglio di Cefalù, veniva istituita il 17 gennaio del 2003 attraverso una joint venture tra la Regione Siciliana, il Comune di Cefalù, l'Azienda USL 6 di Palermo, oggi Asp, e la Fondazione San Raffaele del Monte Tabor di Milano. Rappresentava uno dei primi modelli in Italia di sperimentazione pubblica-privata per la gestione di un ospedale pubblico, secondo quanto previsto dall'articolo 9 bis della legge n. 502 del 1992.

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