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Urologia, reparto gioiello

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La Repubblica ed. Palermo 15.09.2016

PARLA IL LUMINARE DELL'UROLOGIA PATRIZIO RIGAITI

"Al Giglio vengono da tutta Italia un errore chiudere"

Intervista a Patrizio Rigatti - Il luminare: "Sparirà un reparto gioiello" 

di Giusi Spica

«Non ha senso chiudere un reparto che attira pazienti da tutta la Sicilia e persino dal resto d'Italia. Forse è proprio questo che da fastidio a qualcuno». Il professore Patrizio Rigatti, luminare dell'Urologia italiana con alle spalle più di 50 mila interventi, oggi primario all'Istituto Auxologico di Milano e consulente dell'ospedale di Cefalù, "boccia" senza appello il piano che cancella il reparto di Urologia del Giglio. Una divisione di eccellenza, seconda solo all'ospedale Civico per numero di interventi, che fattura più di 3 milioni e mezzo e registra 1.110 ricoveri all'anno, contro i 1.146 del Civico.

Professore, come giudica il reparto di Urologia del Giglio di Cefalù?

«È un reparto dove si fanno interventi ad altissima complessità, che non vengono effettuati in nessun altro ospedale siciliano tranne qualche eccezione. L'Urologia del Giglio ha una tradizione urologica senza pari, da cui vengono primari del calibro di Gianfranco Savoca poi andato a dirigere l'Urologia del Civico, e ora guidato in maniera efficiente da Salvatore Biancorosso».

È un reparto produttivo che attira pazienti?

"Non solo attira pazienti da tutta la Sicilia, ma è anche attrattivo al di fuori dell'Isola, I quattro medici che ci lavorano, primario compreso, hanno una produttività altissima: ciascuno di loro fa in media più di 250 interventi annui. A chi giova tagliare un reparto che riduce la mobilità passiva?"

C'è una tradizione che rischia di andare perduta?

«Quando ho accettato la consulenza, l'ho fatto anche nell'ottica di lasciare un know how ai medici che si formano qui. In Sicilia tomo una volta al mese per interventi sui casi più complessi e negli anni ho visto crescere la professionalità non solo dei chirurghi ma di tutto il personale sanitario».

In Sicilia il nuovo piano prevede meno reparti di Urologia rispetto allo standard ministeriale. Perché tagliare proprio questa unità?

«Senza entrare nel merito della polemica politica, posso solo dire che non mi sembra una decisione motivata da criteri di efficacia del sistema sanitario. Forse sono altre le logiche che hanno pesato in questa scelta. Proprio in una regione come la Sicilia che necessita di reparti che funzionano, si distrugge una eccellenza. Spero che la Regione ritorni sui suoi passi e non tolga ai cittadini anche questa opportunità, costringendoli a inutili e antieconomiche trasferte». g.sp. 




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