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martedì 19 marzo, 2024
Fondazione Istituto G.Giglio di Cefalù - Articoli filtrati per data: Luglio 2016

Le infezioni da micromiceti che si possono contrarre in ambito ospedaliero saranno al centro, domani martedì 26 luglio, alle ore 10.30, al Giglio di Cefalù di una conferenza con il professore Salvatore Olivieri. I lavori saranno introdotti dal direttore sanitario del Giglio, Lorenzo Lupo.

Olivieri è associato di micologia clinica dell’Università di Catania ed è “uno dei massimi esperti nazionali – ha evidenziato Lupo – di questo settore”.

26 vl/Com 2016

Pubblicato in Comunicati stampa

L’ESAME SEGNALA RIPRESA MALATTIA O EFFICACIA CURA. ESEGUITO IN ACCORDO CON IEO

Un nuovo test diagnostico per verificare la presenza o meno di cellule tumorali nell’organismo dopo una terapia chirurgica radicale o per controllare l’efficacia di una cura antiblastica, viene eseguito all’ospedale Giglio di Cefalù. E’ il cosiddetto test delle cellule tumorali circolanti (CTC) indicato per i tumori alla prostata, mammella ma anche ovaio e utero.
Al Giglio viene effettuato grazie ad un accordo siglato con l’Istituto Europeo di Oncologia (IEO) di Milano.
“Introduciamo nel nostro percorso sanitario – ha detto il direttore generale Vittorio Virgilio - nuovi esami diagnostici proiettando la struttura verso la nuova medicina che parte dallo studio del genoma”. “Un test – ha aggiunto il direttore sanitario, Lorenzo Lupo – che potrà essere proposto in futuro sulle persone cosiddette a rischio”.
Il test si effettua con un prelievo di sangue che cattura, identifica e conta il numero di cellule tumorali circolanti ove presenti nell’organismo umano dando al medico importanti indicazioni sulla diagnosi, cura e prognosi del tumore.
“E’ particolarmente indicato – ha rilevato l’urologo Patrizio Rigatti – nei casi di ripresa delle malattia sotto terapia. E’ un indice importante per capire se la terapia è efficace o no. Come urologi lo consigliamo dopo aver trattato chirurgicamente e radicalmente un tumore alla prostata”.
L’esame è a carico dell’assistito perchè non rientra ancora tra le prestazioni rimborsate da Sistema Sanitario Nazionale.
Viene effettuato presso il laboratorio d’analisi dell’ospedale su richiesta del paziente.
25 vl/Com 2016

 

Per TV Intervista al prof. Rigatti link di download valido sino al 27 luglio 2016

Pubblicato in Comunicati stampa

AMPLIATI TRATTAMENTI IN ORTOPEDIA

Diciotto anni addietro si era procurata una frattura nella parte prossimale dell’omero. Tutto rientrato, all’epoca, per una donna di 66 anni che, invece oggi, si è rivolta al Giglio di Cefalù a causa di dolore e limitazione dei movimenti dove le è stata impiantata una protesi inversa. Cosa è successo? A spiegarlo è l’ortopedico dell’ospedale Giglio, Giuseppe Verderame, che con Lorenzo Villari e Giuseppe Pomara ha eseguito l’intervento.
“La frattura dell’omero, in alcuni casi – dice Verderame – può evolvere, nel tempo, in una necrosi che causa il riassorbimento del tessuto. L’omero perde la forma sferica originaria. Il paziente avverte difficoltà nei movimenti e dolore. L’unico rimedio valido consiste nel ripristinare l’articolazione della spalla. Ciò si può ottenere impiantando una protesi con due componenti una omerale e l’altra scapolare. Protesi, cosiddetta inversa - prosegue Verderame – perché la parte sferica viene impianta nella scapola, invertendo l’anatomia naturale dell’articolazione”. L’intervento viene eseguito in anestesia totale o locoregionale. Dura circa due ore con un ricovero post operatorio mediamente di 4 giorni e con il supporto di un tutore che deve essere indossato per circa tre settimane.
“Nostro obiettivo - conclude il direttore sanitario Lorenzo Lupo – è ampliare i trattamenti eseguiti nella nostra struttura monitorando le esigenze che esprime il territorio”. L’unità di ortopedia e traumatologia del Giglio è diretta da Filippo Boniforti.

24 vl/com 2016

Pubblicato in Comunicati stampa

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La Fondazione

La Fondazione Istituto San Raffaele G. Giglio di Cefalù, oggi Fondazione Istituto G. Giglio di Cefalù, veniva istituita il 17 gennaio del 2003 attraverso una joint venture tra la Regione Siciliana, il Comune di Cefalù, l'Azienda USL 6 di Palermo, oggi Asp, e la Fondazione San Raffaele del Monte Tabor di Milano. Rappresentava uno dei primi modelli in Italia di sperimentazione pubblica-privata per la gestione di un ospedale pubblico, secondo quanto previsto dall'articolo 9 bis della legge n. 502 del 1992.

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