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venerdì 19 aprile, 2024

Dal Giornale di Sicilia

Giornale di Sicilia del 20.05.2016

Di Carmelo Nicolosi

OSPEDALE GIGLIO. La donna fuori pericolo dopo l'operazione per neoplasia al rene. Dopo il divorzio dal San Raffaele di Milano la struttura di Cefalù riesce a farquadrare i conti.

Intervento da record su nonnina di 98 anni

E l'equipe di chirurgia, guidata da Marchesa, effettua una tecnica innovativa per intervenire in caso di tumore al fegato. Carmelo Nicolosi

PALERMO ··· Quasi cento anni.per l'esattezza 98 compiuti, una neoplasia a un rene. Intervenire? Asportare l'organo? Sopporterà l'anestesia? Una decisione difficile. Pierenrico Marchesa, l'abile chirurgo dell'ospedale Giglio di Cefalù, decide di operare, supportato dal responsabile dell'anestesia e rianimazione, Giovanni Malta. Dopo sei giorni, la signora ritorna a casa, all'affetto dei suoi cari. «È il mio record in merito all'etàe l'intervento non era affatto banale. Ciò che mi ha convinto a operare dice Marchesa - è stata l'energia che dimostrava la signora, la sua voglia di vivere, di combattere. Di certo, non dimostra la sua età. Biologicamente non avrà più di 70 anni». Va detto, che negli esseri umani esiste un'età cronologica, quella riportata sulla carta d'identità, e una «biologica», quella «vera» dell'organismo. Si può avere 50 anni e, biologicamente, averne 60-70. Un effetto genetico, ambientale, degli stili di vita. Viceversa, avere 80 anni ed essere come un 60enne. Nei sei giorni trascorsi nella struttura sanitaria di Cefalù, la signora ha ricevuto tutte le attenzioni da parte del personale medico e infermieristico. Marchesa, che qualcuno ha definito «operaio della sala operatoria», perché spesso vi entra al mattino e ne esce a mezzanotte, è anche uno dei pochissimi, in Italia, a occuparsi di una tecnica chirurgica innovativa (Aipps) per l'asportazione di tu mori del fegato, salvaguardando l'organo e la vita del paziente. Spiega Marchesa: «Aipps da modo di intervenire in quei casi giudicati prima inoperabili, quando la residua parte di fegato non ancora invasa dal tumore, è troppo piccola, insufficiente per la sopravvivenza del malato». L'intervento va fatto in due tempi, a distanza di 1-2 settimane l'uno dall'altro e, nel complesso, dura circa 10 ore, con un decorso in ricovero di 30 giorni. Si sa che il fegato è il solo organo che può ricrescere. Nella prima fase di intervento, viene separata, da quella ancora sana, la parte malata e lasciata in loco. Con un gioco non semplice di legatura di vasi, si toglie il nutrimento alla parte invasa dal tumore e, così, viene dato il tempo e il modo alla parte sana di crescere più in fretta. «Si consente - dice Marchesa - una crescita più rapida del fegato sano: da 30-45 giorni si passa a 7-9. Nella seconda fase d'intervento, la parte cancerosa viene del tutto rimossa dall'organismo. Aipps rappresenta, oggi, l'unica opportunità di miglioramento della prognosi di questi malati». Negli ultimi tempi, dopo il divorzio con il San Raffaele di Milano, l'ospedale di Cefalù, con il direttore generale Vittorio Virgilio, è cresciuto molto, assumendo un ruolo di grande prestigio nel comparto sanitario, anche per la linea di sollievo della sofferenza che si è data. «Abbiamo voluto rafforzare- sottolinea Virgilio - il target di cristianità dell'ospedale, il suo aspetto umano e spirituale e la centralità della persona che soffre, aiutandola in tutti modi, anche nel comfort alberghiero e la gentilezza del personale». Virgilio ha fatto il miracolo di ri mettere a posto i conti dissestati dell'ospedale. La linea di credito era stata chiusa. Alle banche sono stati restituiti ben 17 milioni e 200 mila euro e sono stati pagati i fornitori. Il segreto? «Non abbiamo tagliato nulla-dice Virgilio - abbiamo solo aumentato la produttività, la qualità dell'offerta, la complessità degli interventi, realizzando un'organizzazione dipartimentale avanzata, come si fa in Paesi d'oltreoceano». All'ospedale Giglio è stato dato
un nuovo look. Diviso in 4 piani, comprende il dipartimento di riabilitazione e lungodegenza (ben 64 posti letto, su un totale di256), quello di medicina, di chirurgia e di chirurgia specialistica, con attrezzature di alta tecnologia. «Grazie alle quali - afferma il direttore generale - possiamo dedicarci a prestazioni avanzate non tariffabili dal Sistema sanitario nazionale. A breve, riusciremo a offrire questi servizi con tempi d'attesa bassissimi. Già oggi siamo in grado di eseguire una risonanza magnetica in 10 giorni». Le prestazioni ambulatoriali, in un anno, sono state oltre 260.000. Sfiorati i 10.000 ricoveri. Al Pronto Soccorso hanno fatto ricorso 23.400 persone. Naturalmente, in maggior misura in estate, considerato che la città di Cefalù, nella bella stagione, è meta ambita dai turisti. (·cn·) .




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La Fondazione

La Fondazione Istituto San Raffaele G. Giglio di Cefalù, oggi Fondazione Istituto G. Giglio di Cefalù, veniva istituita il 17 gennaio del 2003 attraverso una joint venture tra la Regione Siciliana, il Comune di Cefalù, l'Azienda USL 6 di Palermo, oggi Asp, e la Fondazione San Raffaele del Monte Tabor di Milano. Rappresentava uno dei primi modelli in Italia di sperimentazione pubblica-privata per la gestione di un ospedale pubblico, secondo quanto previsto dall'articolo 9 bis della legge n. 502 del 1992.

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Fondazione Istituto
G. Giglio di Cefalù

Contrada Pietrapollastra - Pisciotto
90015 Cefalù (PA)
Tel: +39 0921 920 111
PEC: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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