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venerdì 26 aprile, 2024

#ospedalerisponde torna mercoledì 14 dicembre alle ore 16 per parlare di Riabilitazione. Lo faremo con il responsabile della riabilitazione della Fondazione Giglio, Giuseppe Galardi.

In particolare parleremo di riabilitazione neurologica nei pazienti con trauma cranico, ictus, lesioni midollari, in stato di coma, di riabilitazione respiratoria. Inotre, dei tempi per la riabiliazione e in quali pazienti e quando è indicata.
#ospedalerisponde è una rubrica curata dall'ufficio stampa della Fondazione Giglio, guidato da Vincenzo Lombardo.

E' in diretta sulla pagina dei Facebook della Fondazione Giglio. Si può interagire in diretta con il medico ponendo delle domande attreverso i commenti dello streaming web. 

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Giuseppe Galardi, responsabile dell'unità operativa di Riabilitazione dell'ospedale Giglio di Cefalù, in una lunga intervista, raccolta da Pietro Giammona, per Medicalexcellence tv, spiega gli scopi della Riabilitazione e quali risultati si possono ottenere.

Galardi evidenzia anche quanto incide la corretta alimentazione per il nostro organismo.

Per vedere l'intervista clicca qui

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Il quotidiano La Sicilia racconta la storia di Daniele, 25 anni, rimasto in coma per tre mesi dopo un incidente stradale.

Il rapporto con la fede, la frase impressa all'ingresso dell'ospedale Giglio "Tutto è possibile a chi crede" nelle parole del giovane.

La Sicilia del 12.01.2016

PALAGONIA: TRE MESI IN COMA, POI IL RISVEGLIO

"C'è sempre uno spiraglio di luce per chi crede"

È rimasto tré mesi in coma dopo essere uscito miracolosamente vivo da un incidente stradale. Adesso, dopo tré anni di riabilitazioni, un giovane di Palagonia vuole raccontare la sua storia basata principalmente sulla fede che non ha mai smesso di avere. Anzi, Daniele Sipala, 25 anni, dopo essere uscito dal coma crede che la sua salvezza sia dovuta al suo forte senso cristiano. Volontario molto attivo nell'Unitalsi catanese, ha partecipato a Lourdes al pellegrinaggio dei giovani dello scorso agosto e non manca mai agli incontri promossi in altre regioni. Quel terribile incidente ha condizionato la sua vita e non ha mai voluto raccontarlo. Ora però è convinto che la sua testimonianza possa essere di incoraggiamento a chi ha avuto tragedie simili. Sipala racconta quel drammatico 18 maggio del 2012: «Mentre andavo al lavoro con la mia auto, una ragazza mi ha tagliato la strada. Accorsi alcuni passanti, hanno chiamato l'ambulanza ma appena si sono resi conto che ero gravissimo hanno preferito chiamare l'elisoccorso che era in volo nei paraggi: era partito per un altro incidente ma, una volta arrivato sul luogo dell'accaduto, tutte le persone coinvolte erano già morte». I soccorsi per Daniele sono stati tempestivi, in tempo per intubarlo e portargli ossigeno al cervello: «Quest'atto - dice - è stato fondamentale, in quanto non ho subito danni irreversibili, insomma è stata dawero una fortuna per me. Però ho riportato dei danni, tutto il lato sinistro del corpo danneggiato dalla gamba alla bocca, compreso il braccio. Tuttavia, grazie alla mia forza di volontà e tenacia, ho recuperato quasi completamente; solo il braccio è ancora debole ma ora che ho lucidità assoluta, posso dire che con un solo braccio si può vivere. Per fortuna sono destrorso e è rimasta illesa proprio la parte destra».

Daniele dei tré mesi di coma non ricorda nulla: «11 vuoto assoluto. La mia vita ricomincia il 19 agosto 2012.11 mio risveglio è avvenuto in una scena che non scorderò mai. È stato come svegliarmi di soprassalto da un sogno: mi ritrovai in una stanza bianca e tanta gente che mi sembrava morta, con Benito l'infermiere che mi rassicura perché chiedevo della mia "mamma" e lui che mi risponde "ora viene la mamma, tranquillo"».

Per il giovane di Palagonia è come se avesse ricevuto un miracolo. «La mia ripresa è stata straordinaria anche se alla base di questa esperienza ciò che è fondamentale è la fede. Anche dove è tutto buio e impenetrabile, c'è sempre uno spiraglio di luce e sta a noi far si che questo spiraglio resti tale oppure illumini la nostra vita». Daniele è rimasto colpito da una frase, impressa all'ingresso dell'ospedale San Raffaele del Giglio di Cefalù: «Tutto è possibile per chi crede»: «Questa frase mi ha accompagnato durante la mia permanenza a Cefalù e oggi che credo di avere raggiunto una stabilità mentale e spirituale, la frase letta all'ospedale, esprime la pura e semplice verità: la vita è un dono prezioso e ci trasforma ogni giorno». MARIA LUISA SPINELLO

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 ISMETT e SAN RAFFAELE GIGLIO

Sta bene e sarà dimesso nei prossimi giorni, Mohamed (nome di fantasia, ndr), il ragazzo immigrato di 22 anni che lo scorso 19 luglio si trovava nella stiva del barcone in avaria al largo di Lampedusa. Mohamed aveva lasciato il Mali, suo Paese d'origine la scorsa primavera, poi un lungo viaggio che lo ha portato fino in Libia. Da qui è iniziato il suo viaggio della speranza verso le coste italiane prima e che – nei suoi piani – avrebbe dovuto concludersi in Francia. Un sogno che è diventato un incubo. Il barcone che doveva portarli in Italia si è ben presto trasformato in una trappola mortale per altri 29 migranti e lui stesso ha rischiato di perdere la vita. I suoi giovani polmoni hanno, infatti, rischiato di cedere a causa dell'inalazione di monossido di carbonio e di altri fumi tossici che si trovavano nella stiva di quel barcone.

A salvargli la vita un circuito di solidarietà e di sinergia ormai ben collaudato fra le strutture ospedaliere siciliane e l'alta professionalità di medici ed operatori sanitari che operano in Sicilia. Le condizioni di salute di Mohamed sono apparse estremamente gravi fin dal suo ricovero presso la 2° Rianimazione dell'Ospedale Civico di Palermo. Considerato l'aggravamento della sua funzione polmonare, i medici rianimatori del Civico si sono resi conto che la ventilazione meccanica come terapia standard non sarebbe più stata sufficiente ed anzi poteva rivelarsi dannosa. Hanno, quindi, richiesto l'intervento di un'équipe dell'Istituto Mediterraneo per i Trapianti e Terapie ad Alta Specializzazione (ISMETT) per eseguire in loco, l' impianto dell' ECMO, ovvero per sottoporre Mohamed a respirazione con un polmone artificiale grazie ad un sistema di circolazione extra-corporea. L'ECMO è, ad oggi, considerata l'opzione terapeutica più all'avanguardia nel caso di gravissime insufficienze respiratorie. Consente, infatti, di mettere a riposo il polmone malato favorendo la ripresa dell'organo senza causare i danni che possono essere provocati dalla ventilazione meccanica. Dopo l'impianto, il giovane migrante è stato trasferito in ISMETT dove ha trascorso alcune settimane presso la Terapia Intensiva del Centro trapianti palermitano.

"L' ISMETT fa parte della rete Respira, un network nazionale di 16 terapie intensive, promosso nel 2009 dal Ministero della Salute per fronteggiare la pandemia da virus A tipo H1N1 – sottolinea Antonio Arcadipane, Direttore del Dipartimento di Anestesia e Rianimazione di ISMETT e responsabile per la Sicilia della rete Respira – L'Istituto Mediterraneo è uno dei pochi centri attivi nel Meridione ed è la struttura che in Italia ha eseguito più trasporti in elicottero di pazienti sottoposti ad ECMO. Dal 1 gennaio 2014 sono stati eseguiti 21 trattamenti in totale, dei quali 13 hanno richiesto il trasporto in ECMO possibile grazie alla dotazione di mezzi di cui si è fornito il servizio di elisoccorso del 118 e in 3 dei suddetti casi la trasferta è stata interregionale".

Per consentire una ripresa completa, non appena le condizioni di Mohamed sono state considerate buone, il giovane paziente è stato trasferito presso il Centro di Riabilitazione del San Raffaele Giglio di Cefalù, diretto da Giuseppe Galardi. La riabilitazione ha consentito al paziente di recuperare le funzioni respiratorie, mobilità e autonomia per lo svolgimento della vita quotidiana. "Stiamo, comunque – sottolinea Galardi - ancora svolgendo le indagini cliniche e strumentali per valutare eventuali conseguenze di tipo cognitivo che possono insorgere nei casi di intossicazione da monossido di carbonio. Riteniamo – conclude Galardi, che con i colleghi Giorgio Marino e Silvio D'Anna, ha seguito le fasi di riabilitazione - di dimetterlo quanto prima". Intanto anche al "Giglio" di Cefalù è gara di solidarietà, in corsia, per fornire al giovane paziente indumenti e quanto necessario prima delle dimissioni. "Massima apertura, in linea con i principi istitutivi della Fondazione - evidenzia il direttore generale Vittorio Virgilio - all'assistenza e alla solidarietà agli immigrati".

Palermo, 26 agosto 2014

Ufficio stampa

Fondazione Istituto San Raffaele G. Giglio: Vincenzo Lombardo 3358382991
ISMETT: Serena Pizzo 3358203814

 

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 OBIETTIVO ATTRARE PAZIENTI ANCHE DA ALTRE REGIONI. 426 RICOVERI NEL 2013

"Puntiamo ad una riabilitazione complessa che non viene fatta in altri centri della Sicilia e ad attrare pazienti oltre lo stretto". Lo ha detto il nuovo direttore generale del San Raffaele Giglio, Vittorio Virgilio, al termine del primo incontro con il dirigente dell'unità operativa di riabilitazione e lungodegenza dell'ospedale di Cefalù, Giuseppe Galardi.
"E' già stato definito un piano – ha aggiunto Virgilio – per razionalizzare i posti letto implementando quelli dove c'è maggiore carenza in Sicilia. La struttura di Cefalù dispone di uno staff estremamente qualificato e multidisciplinare".
L'unità di riabilitazione del San Raffaele Giglio interviene nella disabilità neurologica, cardiologica, respiratoria, ortopedica e nei disturbi della coscienza. Dispone di una unità di risveglio, con dieci posti letto dedicati, dove vengono seguiti quei pazienti con disabilità multiple e complesse causate da gravi cerebro-lesioni acquisite e con danni neurologici di estrema gravita. Vengono presi incarico anche quei pazienti che necessitano di ventilazione assistita o artificiale e provenienti dai centri trapianto per la successiva riabilitazione cardiologica e pneumologica.
Sono 64 i posti letto assegnati all'unità e divisi tra riabilitazione, lungodegenza, l'unità di risveglio e il day hospital. "Nel 2013 – ha reso noto Galardi – sono stati effettuati 426 ricoveri".
Galardi ha anche anticipato che, quest'anno, il quarto corso di riabilitazione e neurofisiologia clinica (www.riabilitazioneneurofisiologia.it), si svolgerà Abano Terme (Pd) dal 3 all'8 marzo. E' organizzato in collaborazione con l'Università degli Studi di Padova.
9 vl 2014

 

 

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Si terrà dal 3 all'8 marzo ad Abano Terme (PD) il 4° corso di Riabilitazione e neurofisiologia clinica, organizzato dall'unità di riabilitazione del San Raffaele Giglio di Cefalù con l'Università degli Studi di Padova.

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"L'attività fisica adattata" è il tema della conferenza che il responsabile dell'unità operativa di riabilitazione, Giuseppe Galardì, terrà venerdì 22 novembre, alle ore 17, a Cefalù.

L'incontro è organizzato dall'Auser - Università popolare del tempo liberò e si svolgerà nella sala convegni della Camera del Lavoro di via Tomasini.

L'iniziativa è aperta al pubblico.

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La Fondazione

La Fondazione Istituto San Raffaele G. Giglio di Cefalù, oggi Fondazione Istituto G. Giglio di Cefalù, veniva istituita il 17 gennaio del 2003 attraverso una joint venture tra la Regione Siciliana, il Comune di Cefalù, l'Azienda USL 6 di Palermo, oggi Asp, e la Fondazione San Raffaele del Monte Tabor di Milano. Rappresentava uno dei primi modelli in Italia di sperimentazione pubblica-privata per la gestione di un ospedale pubblico, secondo quanto previsto dall'articolo 9 bis della legge n. 502 del 1992.

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Fondazione Istituto
G. Giglio di Cefalù

Contrada Pietrapollastra - Pisciotto
90015 Cefalù (PA)
Tel: +39 0921 920 111
PEC: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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